Ansia

L’ansia può essere vista come una reazione della psiche e del corpo alla percezione, non sempre reale, che il soggetto ha degli eventi della vita.
A differenza della paura, che spesso dipende da un fattore esterno concreto, l’ansia è legata a un fattore interno ed è quindi più difficilmente controllabile.
Nel momento in cui l’ansia diventa persistente e pervasiva diviene patologica e causa così una conseguente compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altri ambiti importanti e di difficile gestione, in quanto l’individuo non è in grado di controllare e gestire la preoccupazione.
Un trattamento utile e duraturo è un percorso psicoterapeutico attraverso il quale l’individuo è aiutato ad affrontare quelle situazioni che lo mettono in condizione di stress immotivato e lo portano a provare emozioni forti e totalizzanti.
La terapia consiste nel creare una situazione ambientale rassicurante; si propone di individuare gli eventi scatenanti l’ansia nell’individuo, coglierne i vissuti correlati e il significato che questi eventi assumono nella narrazione di vita dello stesso.

Attacco di panico

Un attacco di panico è un episodio breve e intenso durante il quale l’individuo sperimenta un’ansia acuta che nasce improvvisamente.
La preoccupazione di star male influenza pensieri, emozioni e comportamenti, portando a chiudersi in sé, modificando il proprio stile di vita, per proteggersi dalla sofferenza.
La sua esperienza è stressante fisicamente e mentalmente, tanto che poi gli effetti psicofisici lasciano i soggetti stanchi, scoraggiati e confusi.
Il problema può essere affrontato in un percorso psicoterapico attraverso la rielaborazione del proprio vissuto, in modo che questo non si cristallizzi e non si ripresenti, diventando uno sgradevole “compagno di vita”.
Il percorso è rivolto a stabilire i processi che mantengono i sintomi e soprattutto a capire cosa può aggravarli, ovvero quali pensieri, azioni, comportamenti propri e degli altri stanno alla base del mantenimento del disturbo nel qui-e-ora..
E’ importante imparare a collegare i sintomi ai fattori scatenanti, per acquisire un buon controllo.

Depressione

La depressione è una condizione psicologica che influisce negativamente sull’umore, sul pensiero, sul comportamento e porta spesso delle alterazioni del sonno, dell’appetito e del desiderio sessuale.
La caratteristica principale di questa sindrome è l’umore depresso caratterizzato da profonda tristezza, ansia, melanconia, sofferenza morale, disperazione che si presentano con modalità pervasiva, quindi per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
I sensi di colpa per non riuscire a essere come si vorrebbe sono un altro campanello d’allarme, uniti di solito a forti sentimenti di autosvalutazione e a grandi sofferenze morali: pessimismo e aspettative negative nei confronti del futuro, degli altri e della vita.
La depressione può essere affrontata con un percorso psicoterapeutico, finalizzato a individuare e circoscrivere i motivi del disagio, per modificare quelle dinamiche di pensiero o comportamentali che generano la sofferenza della persona.

Fobie sociali

Le fobie sociali sono caratterizzate da un’eccessiva ansia suscitata da situazioni che potrebbero implicare l’essere sottoposto al giudizio di altre persone, o anche semplicemente essere esposto alla loro presenza.
Le fobie sociali spesso determinano condotte di evitamento: l’individuo riconosce l’irragionevolezza della paura, tuttavia non riesce a controllarla.
Nel contesto psicoterapeutico è importante approfondire quali condizioni causano il disagio e cosa esse rappresentino per il soggetto, ovvero quale vissuto possano suscitare.
E’ inoltre importante indagare le componenti relazionali e gli stili di attaccamento alle figure genitoriali connessi allo sviluppo del disturbo, e in che modo sono state elaborate in relazione alle figure di riferimento parentale.

Disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare comprendono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed i disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati, nei quali ad esempio rientrano le abbuffate incontrollate ed i problemi legati alla sfera alimentare.

Anoressia nervosa

E' un disturbo che tende a presentarsi durante adolescenza o nella prima età adulta, interessando prevalentemente il sesso femminile anche se è in aumento anche tra i maschi. Chi ne soffre tende a presentare un’avversione verso il cibo, causata dalla paura dell’aumento di peso, anche quando infondata.
Inizia così una forte diminuzione del cibo ingerito o un eccessivo esercizio fisico, con il chiaro intento di smaltire il peso.

Bulimia

E' caratterizzata dalla presenza di episodi di perdita del controllo nel mangiare, ripetuti nel tempo. Le persone bulimiche, come le anoressiche, presentano una grande fragilità emotiva ma, a differenza di queste, hanno una grande difficoltà nel dominare le proprie reazioni. Molte più donne che uomini hanno problemi di bulimia, e ancor più comunemente essa capita tra le adolescenti. Rispetto al trattamento, prima di iniziare una percorso d’aiuto è necessario che vi sia il riconoscimento del problema, affinchè ci sia una collaborazione da parte del paziente. Può capitare infatti che l’anoressia non venga percepita come un problema, proprio per il soddisfacimento che dà a livello del piacere legato al controllo.
In ogni caso la terapia si basa su un intervento orientato da un lato sulla persona e dall’altro sul sistema relazionale nel quale è inserita.

Ipocondria

La preoccupazione legata alla paura o alla certezza di avere una malattia, basata sull’errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici, è la caratteristica di base dell’Ipocondria.
Visite mediche ripetute, esami diagnostici e rassicurazioni da parte dei medici non servono ad alleviare la preoccupazione concernente la malattia o la sofferenza fisica.
La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione e un modo di rispondere agli stress della vita.
La psicoterapia con i soggetti ipocondriaci consiste nel cercare di risalire all’origine dell’attivazione della loro paura, identificando i contesti nei quali questa si manifesta in misura maggiore, quelli nei quali l’attenzione sul corpo diventa ancora più centrale e il controllo dello stesso ancora più evidente.

La dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva (chiamata anche con il termine "love addiction") è un disturbo relazionale che s’instaura all’interno di una tensione intrapsichica tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”: si tratta di una modalità distorta di vivere la relazione con l’altro e le cui conseguenze possono essere spiacevoli, appesantire il rapporto e portarlo alla sua rottura.
Questa condizione è un problema psicologico che si presenta con caratteristiche e sintomi e specifici. All’assoluta incapacità del paziente di sottrarsi a una relazione che egli stesso è in grado di riconoscere insoddisfacente, umiliante e spesso autodistruttiva, si affianca anche la gravità dei fenomeni che a questa fanno da sfondo: ansia generalizzata, depressione, insonnia, inappetenza, malinconia, fissazione del pensiero.
Il primo passo per guarire dalla dipendenza affettiva è far riemergere i sentimenti rimossi nel corso della relazione patologica di dipendenza, quali la vergogna, l'inadeguatezza, i sensi di colpa.
La terapia interviene sui significati attribuiti dalla persona alla relazione, favorendo un progressivo aumento della distanza emotiva dall'oggetto di dipendenza, migliorando così la qualità delle attività interpersonali nella prospettiva che ciò influenzi l’avvio di nuove e più sane relazioni.
 

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